Mi sono molto meravigliata del fatto che alla definizione di “cialtroni” data al sud dal Ministro Tremonti, nessun politico, amministratore, imprenditore, professionista agrigentino, cioè la classe dirigente, abbia sentito il dovere ma, anche, il diritto di repricargli. Sia ben chiaro, l’accusa di cialtroneria non era rivolta al popolo innocente, ma alla classe dirigente che lo malgoverna, tra vizi pubblici e virtù private, colpevole di avere determinato una condizione economica e sociale strutturalmente depressa per assenza di amore per questa terra solo sfruttata”. Insomma Tremonti ha sbagliato e deve chiedere scusa. Ma altre scuse la gente merita di ricevere dalla classe dirigente”. Commenta così le dichiarazioni espresse dal Ministro dell’economia, Tremonti, Mariella Lo Bello, Segretario Generale della Cgil, che accusa il Governo di aver seppellito nel cimitero delle promesse mancate il preannunciato “Piano del Sud”, un intervento che lo scorso anno, in piena crisi era stato definito addirittura decisivo ed innovativo per il Meridione, e di aver paralizzato anche i fondi FAS. Ma Mariella Lo Bello, avanza soprattutto una riflessione sul perché la classe dirigente non reagisca all’accusa di cialtroneria, domandandosi se il motivo non sia riconducibile alla sua sottomissione. “Se un tale “schiaffo” l’avesse dato un Ministro del sud alla Padania cosa avrebbe fatto la Lega? Non è possibile che la classe dirigente non prenda posizione a difesa della sua dignità istituzionale, facendo sentire alta la voce della Regione, della Provincia, dei Comuni, delle Associazioni d’impresa, degli Ordini professionali”, afferma il Dirigente della Cgil. “La verità, – continua, – è che se la Sicilia ed in essa Agrigento vivono una crisi strutturale è perché proprio la sua classe dirigente non ha fatto il proprio dovere”. E interviene così in merito agli indici di povertà e disagio propri del Meridione, all’immobilità dei Fondi Europei a disposizione della Regione Sicilia, impigliata nei suoi labirinti burocratici, all’empasse delle Province, alla restituzione di finanziamenti, come per i Fondi Urbani, ed all’incapacità di spesa, ed ancora allo stato di inefficienza e di mancata sicurezza delle autostrade siciliane. E non dimentica, Mariella Lo Bello, le cosidette incompiute, definendo una “giostra” il dragaggio del porto di Empedocle, la depurazione delle acque lungo la costa agrigentina, l’idroscalo, ed infine l’aeroporto, mentre l’acqua continua a mancare e ad essere venduta a caro prezzo ad imprese e famiglie. “Resta solo la speranza, – conclude il Segretario Generale della Cgil, – che la classe dirigente si tolga dalla “groppa” il peso del suo passato, e che Tremonti rivolga le proprie scuse”.