19 luglio 1992, strage di Via D’Amelio; una data che ha segnato uno dei momenti più tragici della lotta alla mafia. 18 anni fa, infatti moriva il giudice Paolo Borsellino, insieme alla sua scorta. Una domenica pomeriggio come tante, nelle quali Borsellino era solito recarsi in via Mariano D’Amelio, dalla madre; ed invece ad attenderlo in quell’occasione, una Fiat 126 carica di 100 chilogrammi di tritolo. La strada era ritenuta pericolosa dagli agenti che avevano chiesto di procedere alla rimozione delle autovetture in sosta; richiesta non accolta dal comune di Palermo. E così, un’altra strage, a soli due mesi di distanza da quella di Capaci, in cui a perdere la vita erano stati il giudice Falcone, la moglie e la scorta. Anche in via D’Amelio, a morire sono stati diversi agenti, tra cui una donna, Emanuela Loi, la prima prima a far parte di una scorta antimafia. Un’esplosione radiocomandata a distanza, con molta probabilità dal Castello Utveggio, reputato il luogo in cui gli esecutori materiali erano dunque appostati. Ed è proprio da via D’Amelio a Castello Utveggio, che si è snodata la manifestazione organizzata a Palermo, dal fratello del giudice Borsellino, Salvatore, a cui però nella giornata di ieri hanno preso parte poco meno di cento persone. Ma, nonostante la poca affluenza al corteo, a distanza di 18 anni, non si riesce e non si vuole dimenticare, e ancor di più si vuole sapere. Troppo poco si sa dell’organizzazione della strage, troppo fitto è il mistero legato alla sparizione dell’agenda rossa, che pare abbia custodito tutte le annotazioni più segrete annotate del giudice durante gli ultimi giorni di vita. E seppur in pochissimi, stamane, soprattutto giovani, hanno dato vita ad un altro momento di commemorazione, dinnanzi l’abitazione della madre del giudice Borsellino, con cartelloni e magliette che raffigurano i due esponenti della lotta alla mafia. E a Palermo, in piazza Politeama, nel frattempo, sono tornati Paolo e Giovanni, l’uno seduto sulla panchine, l’altro, come era suo solito, intento a fumare.