Ventinove anni fa, in via Mariano D’Amelio, furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Emanuela Loi e Eddie Walter Cosina. Tra le fiamme e i rottami anneriti dall’esplosione furono estratti i corpi martoriati dei sei martiri, uccisi dalla mafia. E oggi, con diverse iniziative, Palermo ricorda i 5 giovani poliziotti ed il magistrato uccisi alla presenza , tra gli altri, del Capo della Polizia Lamberto Giannini. La città di Palermo simbolo della lotta alla Mafia ha voluto quest’anno, per il tramite del sindaco Leoluca Orlando, conferire la cittadinanza onoraria alla Polizia di Stato le cui donne e uomini, ancora oggi, sono in prima linea nel contrastare la criminalità nel capoluogo siciliano. Un momento dedicato al ricordo è in programma, poi, questa sera al Teatro di Verdura, alle 21: la Banda musicale della Polizia di Stato terrà un concerto all’aperto ribandendo, con la musica e la cultura, quei principi di legalità indispensabili a prevenire e superare le sub-culture mafiose. Nella mattinata, alla presenza del questore Leopoldo Laricchia, nei cimiteri che conservano le spoglie di alcuni dei caduti nell’attentato, c’è stato un momento di raccoglimento con la deposizione di fiori sulle tombe. Alle 11 poi, autorità locali, colleghi e parenti si sono ritrovati nella cattedrale di Palermo per una messa di suffragio officiata dall’arcivescovo Corrado Lorefice e dal cappellano della Polizia di Stato Massimiliano Purpura. In un messaggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella scrive: “La memoria di quella strage, che ha segnato così profondamente la storia repubblicana, suscita tuttora una immutata commozione, e insieme rinnova la consapevolezza della necessità dell’impegno comune per sradicare le mafie, per contrastare l’illegalità, per spezzare connivenze e complicità che favoriscono la presenza criminale”.
(Giuseppe Milano)