Locali non idonei a proseguire le attività sanitarie, questa in sintesi è stata la motivazione che ha indotto i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità ha diposorre la chiusura della postazione 118 di Cammarata.

Il sopralluogo dei militari dunque ha fatto emergere le criticità che la segreteria aziendale della Confederazione Italiana Medici Ospedalieri aveva già segnalato sia all’ASP di Agrigento sia all’assessorato regionale alla Sanità.

Si è arrivati alla chiusura e allo sgombero della postazione del 118 di Cammarata con gli operatori, addetti al servizio, che hanno trascorso la notte in auto – dichiara in una nota la CIMO- senza che l’azienda si sia premurata di trovare una soluzione alternativa . A nessuno, né in azienda né in assessorato – aggiunge la Confederazione dei Medici Ospedalieri – sembrano interessare i problemi legati alla sicurezza sui luoghi di lavoro, ma la scomoda e battagliera segreteria aziendale Cimo ha continuato a denunciare queste situazioni ai limiti della decenza e del decoro dei lavoratori. Si è preferito – scrivono ancora dalla stessa segreteria – aspettare l’intervento dei Nas e la chiusura dei locali assegnati al 118, con conseguente multa da pagare e correlato procedimento penale. Speriamo – si legge ancora nella nota – almeno che adesso qualcosa di concreto venga fatto, senza dover attendere le calende greche e senza che gli operatori del 118 continuino a trascorre le notti di guardia per strada in perfetto stile terremotati”.

Sull’argoimento interviene anche la segreteria provinciale dell’Unionio Sindacale di Base che, nel rimarcare i disagi evidenziati dalla CIMO si complimenta anche con NAS e Magistratura per l’operazione eseguita.