Si attiva Confindustria Agrigento per sconfiggere la crisi economica: Nasce oggi, infatti, l’osservatorio congiunturale promosso dall’associazione degli industriali agrigentini. Nei giorni scorsi si è riunito il Comitato direttivo di Confindustria Agrigento e gli imprenditori hanno preso atto di una situazione grave nel paese e nella regione che all’ombra dei templi si fa gravissima per i gravi ritardi strutturali della provincia.All’appuntamento di questa mattina erano presenti il Direttore della Banca D’Italia di Palermo, Sopranzetti, il Direttore dell’ISTAT di Palermo Dott.ssa Abate, i direttori dell’INAIL dott. Granata, il Direttore della Camera di Commercio Virgilio AG e il prof. Fazio della facoltà di Economia e Commercio di Palermo. “Abbiamo fatto una azione forte per la legalità – ha commentato il presidente di Confindustria Agrigento Giuseppe Catanzaro -, ma evidentemente la classe politica pensa che il rispetto della legalità sia un dovere solo di altri; legalità significa soprattutto certezza del diritto, certezza delle regole, anche in economia. I nostri politici e amministratori non comprendono l’urgenza di mettere in campo misure che consentano una crescita rapida in grado di riassorbire i senza lavoro e far aumentare i redditi delle famiglie, facendo riprendere la domanda di consumi e gli investimenti. Studiare il territorio, analizzarne nei dettagli le potenzialità socio economiche, proporne indirizzi operativi con l’adozione di specifiche politiche di sostegno alle nostre piccole imprese ed ai Lavoratori – conclude- che occupano è la finalità dell’Osservatorio.”
Un pensiero su “Confindustria: nasce “l’osservatorio a servizio della nostra realta’ sociale”.”
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Illustrissimo ing. Giuseppe Catanzaro Presidente di Confindustria, la sua analisi economica-politica della provincia di Agrigento, non lascia replica a nessun soggetto da lei citato, perché è la pura e cruda verità, la crisi del settore edile è devastante.
Nella sua analisi ribadisce con forza ””Abbiamo fatto una azione forte per la legalità, ma evidentemente la classe politica pensa che il rispetto della legalità sia un dovere solo di altri; legalità significa soprattutto certezza del diritto, certezze delle regole, anche in economia””.
A questa analisi fatta dal Presidente di Confindustria, rivolta al mondo politico, non si può lasciare fuori la componente sindacale, che entra nella quotidianità del vivere civile, condizionando nel bene o nel male anche le scelte della politica e del mondo dell’imprenditoria. Oggi il sindacato è più penetrante della politica, le organizzazioni sindacali entrano a pieno titolo nella gestione e nella vita di diversi enti, chiamati a governare assieme agli imprenditori senza nessun compenso, a prima vista, si parla degli enti paritetici tipo Cassa Edile, Scuola Edile e CPT.
Come ricorda il Presidente di Confindustria la crisi economica tocca pesantemente il settore edile, con la chiusura di molte imprese ed il conseguente licenziamento dei lavoratori, le imprese che riescono, tra tante difficoltà a rimanere sul mercato, devono sostenere esborsi enormi per continuare a tenere in piedi una struttura enorme, che va dalla stessa Confindustria, Ance, Scuola Edile, Cassa Edile, Cpt e organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di categoria, questo prevedono gli accordi bilaterali firmati da imprenditori (Ance) e sindacati (Cgil-Cisl-Uil), non contenti il lavoratore viene gravato di un ulteriore delega ad una sigla sindacale, questa adesione è volontaria.
Come si può notare le imprese e i lavoratori iscritti devono pagare per legge questo obolo, di contro gli enti su menzionati, non conoscono ne crisi economica ne ristrettezze di alcun genere.
Le chiedo sig. Presidente di Confindustria come è possibile che da un versante, le imprese chiudono licenziando i propri lavoratori, e dall’altro lato gli enti sotto il patrocinio di Confindustria, sperperano milioni di euro in esodi milionari a dipendenti e a direttori ex sindacalisti, con i soldi accantonati dai lavoratori; ristrutturano nel lusso i locali di Villaseta, pur avendo i locali di via Pier Santi Mattarella, di proprietà.
Il presidente della CNCE, organo di controllo di tutte le Casse Edili, ing Frezza ha sempre ribadito chiaro e forte “”Dobbiamo ricercare tutte le possibilità di razionalizzare i costi gestionali dell’ente e di creare sinergie ed economie di scala che permettano al sistema di costare di meno e di offrire di più alle imprese e ai lavoratori iscritti””, penso che le azioni posti in essere dagli amministratori in carica, vada nel senso contrario al pensiero del Presidente Frezza e anche dal suo, lei ebbe a dire in un intervista a Diego Romeo sulla Cassa Edile di Agrigento “”chi approfitta della carica ricevuta, per portare a termine privilegi personali, in danno alla collettività è spregevole e denota miseria e pochezza in ogni senso””.
Ritornando al tema principale, l’altro ente bilaterale, che non conosce crisi e ristrettezze e la Scuola Edile, a fronte della crisi del settore edile, a fronte del taglio dei contributi regionali sulla formazione professionale, scopriamo che l’ente ha assunto tre nuove unità, come per dire la crisi economica che fra non molto si trasformerà in crisi sociale, non sta qua, sta altrove, da noi le vacche sono sempre grasse, grazie ai contributi dei datori di lavoro e dei lavoratori dell’edilizia.
Non entriamo poi nel merito delle assunzioni, basterebbe vedere i cognomi per capire le cose come stanno, sicuramente non troveremo di certo un sol figlio di un povero lavoratore, uno di quelli, per capirci che paga l’obolo!!!.
Come vede ing. Catanzaro, la crisi è evidente, si tocca con mano, tanta gente viene buttata fuori dal mondo del lavoro, tanta gente si umilia, chiedendo e supplicando, pur di trovare una misera occupazione, per tirare avanti la famiglia dignitosamente. Ma in certi enti, gestiti anche dalle sue organizzazioni, non conoscono ne crisi economica e ne crisi sociale, questo per significarle sig Presidente che la politica ha un concetto diverso di bene comune, ma anche gli amministratori ed i sindacati hanno un diverso concetto di bene comune, loro, per bene comune intendono il bene della loro “”familia””.
Cordialmente L’Innominato