L’ex primula rossa di Cosa Nostra agrigentina, Giuseppe Falsone, è già stato processato dalla giustizia francese perché trovato in possesso di quattro documenti d’identità falsi. Un reato che in Francia non prevede il carcere, ma soltanto un’ammenda. Una soluzione rapida, che ha dato una ulteriore accelerata all’estradizione in l’Italia. In Tribunale Falsone ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Intanto, la Dda di Palermo si è rivolta ancora una volta alle autorità francesi per farsi consegnare tutto il materiale rinvenuto all’interno dell’elegante abitazione marsigliese, in cui Falsone si era trasferito da poco più di un mese. Computer e documenti,  dovrebbero essere consegnati alla Squadra mobile di Agrigento, diretta dal vice questore aggiunto Alfonso Iadevaia. Subito dopo inizierà una seconda fase, che prevede il controllo minuzioso di tutto il materiale sequestrato. Intanto, gli investigatori continuano a dare la caccia ai fiancheggiatori che hanno aiutato e coperto la latitanza del capo di Cosa nostra agrigentina.