Continua incessante l’attività operativa dei finanzieri della Compagnia di Agrigento nel settore del sommerso d’azienda. Scoperto un soggetto economico operante nel settore della commercializzazione dell’uva da mosto, risultato inadempiente agli obblghi dichiarativi fiscali e di versamento delle imposte dovute per oltre cinque anni d’imposta. Le fiamme gialle agrigentine, coordinate dal comandante provinciale, hanno accertato che G. C., 44 anni, operante in un comune della provincia, ha conseguito lauti guadagni, ponendo in essere, però delle gravi disattenzioni nel dichiarare al fisco i redditi prodotti. Il meccanismo fraudolento accertato consisteva nell’emettere regolare fattura al cliente per le cessioni di beni effettuate che nella maggior parte dei casi erano tutti grosse società operanti nel settore della commercializzazione di vini del territorio regionale (provincia di Trapani) e nazionale (provincia di Ravenna), omettendo di eseguire i prescritti obblighi dichiarativi ai fini Irpef, Iva ed Irap per circa 2.400.000 euro. L’attività investigativa effettuata, confluita anche in illeciti penalmente rilevanti che sono stati rassegnati all’Autorità giudiziaria per il reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti per circa settecentomila euro, allo scopo di consentire ai destinatari l’indebita deduzione del costo per il corrispondente importo e dell’imposta sul valore aggiunto per circa centoquarantamila euro. Sono state passate al setaccio le operazioni effettuate per ben sei anni di imposta, rilevando gravi irregolarità, mediante l’acquisizione al controllo di numerosi atti e documenti contabili ed extracontabili. L’attività di ricostruzione degli accadimenti gestionali operata ha permesso di recuperare consistenti imponibili a tassazione. Gli acertamenti svolti hanno impedito, in concreto, di favorire da un lato l’indebita detrazione delle spese sostenute da parte delle ditte clienti e, dall’altra di reprimere l’illecita attività messa in atto dal soggetto che di fatto ha provocato effetti distorsivi sul mercato con proiezioni negative in materia di sleale concorrenza, attraverso il notevole ribasso dei prezzi praticati rispetto alla media, correlata all’evasione dell’Iva, dell’Irpef e degli altri tributi. Ora il controbuente a causa delle ingenti imposte evase è stato segnalato ai competenti uffici per l’adozione delle misure cautelati sui beni immobili che saranno acquisite al patrimonio dello stato a garanzia del credito erariale.