“Per il patrimonio archeologico, monumentale e paesaggistico della città di Agrigento c’è futuro se esso risulta essere importante per quanti lo frequentano nel territorio in cui si trova, scoprendone e riscoprendone i possibili sistemi di relazione con la vita di tutti i giorni”. Lo sostiene il prof. Pasquale Seddio, docente presso l’università Bocconi di Milano, che a Roma ha sostenuto la candidatura di Agrigento a Capitale della Cultura per il 2025. “Esso diventa ancora più importante – ha aggiunto – se lo si considera partendo dai valori fondativi cui si ispira la comunità agrigentina che a esso è storicamente e geograficamente più vicina. Probabilmente serve a poco che una parte di questo imponente patrimonio culturale sia celebrato per la sua importanza universale, se chi lo ha vicino non lo riconosce e non lo vive come un concreto sistema di opportunità e di crescita sociale ed economica per l’intera comunità. E’ d’altronde sempre più chiaro che il senso di prossimità al patrimonio culturale e la sua appartenenza alla contestuale comunità si sviluppano non per semplice vicinanza fisica ma per una frequentazione interessata, capace di crescita attraverso un processo conoscitivo personale e di gruppo. Tutto questo richiede, però, una incessante e diffusa opera educativa, di studio e di ricerca che, a sua volta, si nutre di strumenti forniti da altri sistemi culturali che hanno funzione documentaria (biblioteche, archivi, cineteche, fototeche, etc.) insieme alle raccolte di grande importanza visiva, come le collezioni e i musei presenti in città. La creazione e lo sviluppo infine di capacità di azione individuale e sociale da soprattutto rilievo alla capacità (nel senso di libertà sostanziale) delle persone di vivere – in una dimensione relazionale – quelle vite che hanno ragione di apprezzare e di ampliare le scelte reali che hanno a disposizione”.